È in fase di definizione un decreto per fronteggiare la grande sete del Nord Italia. All’opera Governo e Protezione Civile, con uno stato di emergenza pronto per essere emanato. Le prime quattro regioni pronte ad accedervi sono la Lombardia, l’Emilia-Romagna, l’Umbria e il Piemonte (la più colpita). In questo quadro si susseguono le dichiarazioni istituzionali ai vertici politici del settentrione. Per il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, “stiamo vivendo una situazione eccezionale, di una gravità che non si era mai verificata in questi anni. In questo momento più che mai è importante operare in maniera coordinata e con una linea comune, prendendo in considerazione le opinioni dei tecnici per seguire la strada migliore per risolvere l’emergenza”. Segue Alberto Cirio, Presidente della regione Piemonte, dove l’acqua è attualmente razionata per oltre 200 comuni, asserendo: “è necessario che ci sia una regia Commissariale da parte del governo perché dobbiamo ottenere due cose: lo stanziamento di risorse per i danni all’agricoltura ed evitare che i danni aumentino, cioè, intervenire sui bacini idroelettrici sui nostri laghi per trovare soluzioni immediate”. Ma anche al centro Italia si iniziano a prendere precauzioni, dove il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, ha dichiarato lo stato di calamità.
In ragione delle forti preoccupazioni espresse dalle regioni, per gestire l’allarme sul fronte infrastrutturale, è stato deciso di istituire un coordinamento con le amministrazioni interessate. Questo quanto emerso dalla riunione del MiPAAF (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali), con la presenza del Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e del capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.